News

notizie dall'umanità
lotta donne iraniane

Condizione della donna in Iran oggi

La condizione della donna in Iran ha subìto vari mutamenti nel corso della storia.

Le donne iraniane, secondo i vari articoli della Costituzione Iraniana, in vigore dal 3 dicembre 1979, godono di pari dignità sociale ed economica in base però alla legge della Sharia; i loro diritti quindi, secondo il punto di vista occidentale, devono ancora essere pienamente acquisiti.

  • Possono svolgere diverse mansioni e lavori, a patto che coprano i propri capelli con il velo islamico e non mostrino braccia e gambe.
  • Godono di alcuni diritti, ma molti di quelli che avevano ottenuto durante il periodo monarchico sono stati aboliti o pesantemente ridotti secondo la legge islamica.

Da settimane Teheran e il territorio iraniano sono scossi da una delle più grandi ondate di protesta nella storia del paese, dove le donne per prime sono scese in strada per manifestare una rabbia condivisa.

Il 13 settembre 2022 Masha (Jina) Amini, giovane donna curda di Saqqez, città del Kurdistan iraniano, era in visita a Teheran con la famiglia quando è stata fermata dalla Gasht-e Ershad (letteralmente pattuglia della guida), unità speciale che fa rispettare il codice di abbigliamento islamico obbligatorio (hijab) e la segregazione sessuale. Le donne iraniane da tempo sfidavano l’obbligo del velo spingendo un po’ indietro sulla testa i foulard e indossando colori vivaci, ma l’anno scorso l’attuale presidente Ebrahim Raisi ha chiesto una più stretta applicazione delle regole. Mahsa Amini è stata trattenuta per essere interrogata. Ricoverata dopo aver perso i sensi, è morta all’ospedale Kasra nel giro di pochi giorni. Le autorità hanno attribuito la morte a patologie preesistenti, ma la famiglia nega che ne avesse.

Non è possibile che ci siano persone condannate a morte solo per il fatto di essersi espresse contro le ingiustizie attuali in Iran.

Il giorno dopo l’annuncio della morte sono esplose proteste nelle città di tutto il paese, e tutt’ora proseguono. L’insurrezione nazionale viene definita “Rivoluzione delle Donne”, evento dalla portata senza precedenti in Iran e nel mondo. Si sono uniti alla rivolta uomini di ogni età, classe sociale ed etnia in una coraggiosa dimostrazione di rabbia comune verso la brutalità della polizia, l’ingiusta presa di mira della giovane curda e il governo autoritario del regime islamico. Proteste inscritte nello slogan che risuona ovunque: “Donna, vita, libertà” (Zan, Zendegi, Azadi).

Le forme di azione collettiva nel paese sono plateali: giovani donne che bruciano i foulard, alcune che si tagliano i capelli in segno di lutto per Mahsa; altre che imbrattano le immagini dei leader religiosi; altre ancora che camminano provocatoriamente senza velo. Fin dall’inizio, giovani uomini si sono uniti alle proteste, iniziando a un certo punto a tirare pietre alla polizia e poi ad attaccare stazioni e veicoli di polizia. Finora le proteste sono state “orizzontali”, cioè senza capi, spesso spontanee e senza un programma definito.

La portata e la persistenza delle proteste pone l’interrogativo: stiamo assistendo alla fine della Repubblica islamica?

È difficile predire gli esiti delle proteste guidate dalle donne ma quel che è certo è che il popolo iraniano, specialmente la sua vasta gioventù, non intende più accettare la repressione, le leggi e le norme della Repubblica islamica.

CAC:TUS appoggia pienamente la lotta delle donne e di tutto il popolo iraniano che sta manifestando il desiderio di una società più giusta: parità di diritti per le donne e la fine della repressione da parte del governo.

Vedi anche: Donne e migrazioni